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Teatro e arte

UBU E ALTRE STORIE


Lo spettacolo UBU E ALTRE STORIE vuole essere un distillatore di curiosità, uno sguardo ludico al panorama delle avanguardie del ‘900 che hanno trovato terreno fertile in Enrico Baj.

Tramite citazioni, poesie, scorci di vita di personaggi noti o meno noti, verrete catapultati in questi movimenti artistici e letterari, addentrandovi fino ai precursori di questi movimenti che, sebbene diversi, avevano una visione in comune: gli artisti d’avanguardia negavano i valori tradizionali della società borghese e delle tradizioni, accomunati nelle sperimentazioni più ardite sul piano linguistico, stilistico, ideologico; sostenevano un’arte nuova, capace di rompere con il passato.

Prendendo spunto dal teatro dell’assurdo, ecco a voi proprio due “comuni” borghesi come voci narranti, perché, forse, aveva ragione Basaglia: visto da vicino nessuno è normale.

Vi chiediamo di accomodarvi e… sorseggiarvi lo spettacolo. 

 


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ILIADE DONNA

ANTONIA POZZI
Straniera nel mondo

CANTA, GRU, CANTA

Il reading - ”mise en espace” è un veloce ma intenso viaggio che tocca alcuni di quei momenti emblematici che fanno spesso parte della vita di una donna, madre, compagna, figlia, sorella, una vera e propria Iliade che sembra non avere fine. Le parole di Eschilo, Euripide, Molière, Tolstoj , Sanguineti... vogliono infatti ricordare questo e, soprattutto, quanto l’universo femminile sia da riconoscere come la rappresentazione più “alta” dell’universo, l’alfa e l’omega per ogni uomo che desideri veramente considerarsi tale: “femmina penso, se penso l’umano…”.

CANTA, GRU, CANTA, oltre a voce di un genocidio, è “canto” di un desiderio di riconoscimento, di una richiesta accorata di giustizia e condivisione per la “bellezza” di un popolo da troppo tempo negata e calpestata...

Antonia... solitudine, malinconia, un senso profondo di inadeguatezza...
La poesia vissuta come confessione, autoritratto della propria anima.
Lo spettacolo, in cui lirica e prosa si contaminano senza soluzione di continuità, vuole rappresentare il flusso di coscienza di un’artista alle prese con quella fragilità empatica nutrimento della grande poesia, ma che spesso viene etichettata come follia.
Per la Rassegna DONNE, MISTERO SENZA FINE BELLO.